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La Triennale di Milano ospiterà la Morandeide, un sentito omaggio al critico e giornalista cinematografico Morando Morandini, evento speciale di chiusura della XX edizione di INVIDEO. A partire dalle 15.30 saranno infatti proiettati tre video ritratti a lui dedicati, cui seguirà un incontro – dibattito tra il critico, i registi e il pubblico. Si parte con Morando Morandini. Non sono che un critico (Italia, 2009, 57’) di Tonino Curagi e Anna Gorio, documentario che svela la poliedrica personalità di Morandini, raccontando e tracciando un percorso che per sessant’anni ha contribuito ed è stato essenziale per l’evoluzione linguistica e del costume dell’arte cinematografica. Frammenti di film e spezzoni di vita familiare e professionale si alternano ai filmati dei suoi incontri con i principali registi, attori e colleghi del panorama cinematografico italiano (Bernardo Bertolucci, Roberto Benigni, Paolo Mereghetti, Natalia Aspesi tra gli altri). Poi è la volta di Due e Uno (Italia, 2004, 10’) di Emanuela Piovano, un ritratto delicato ed intimo di Morandini, nato dal desiderio della regista di provare insieme a lui la materializzazione della moglie Laura, a pochi mesi dalla sua scomparsa. Due telecamere alla ricerca del sortilegio degli oggetti di casa Morandini e delle parole di Morando: un sonetto, compiuto e preciso che, in fase di montaggio, ha portato la regista sulla strada di Prima della Rivoluzione di Bernardo Bertolucci con Morandini nel cast e Scarpette rosse di Michael Powell e Emeric Pressburger. Infine Je m’appelle Morando. Alfabeto Morandini (Italia, 2010, 53’), anteprima del lavoro di Daniele Segre, video ritratto di un gioco intellettuale tra due amici che condividono la passione per la settima arte e ne hanno fatto un lavoro per la vita. In due momenti diversi della sua vita, nel 2004 a Levanto e nel 2010 a Milano, il critico Morandini si racconta davanti alla videocamera dell’amico Daniele. Giocando con i decenni cinematografici, sceglie per ciascuno un solo film, quasi come se stesse sfogliando le pagine de “il Morandini”, il suo celeberrimo dizionario dei film. A fare da sottofondo al racconto cinematografico il suono della macchina da scrivere, suo inseparabile strumento di lavoro… le lettere dell’alfabeto ci svelano l’uomo Morando, le amicizie, i punti di vista sul cinema e la politica e l’amore della sua vita, la moglie Laura. Il titolo Je m’appelle Morando riprende la celebre battuta di Garance in Les enfants du paradis di Marcel Carné (1945), capolavoro della storia dl cinema, citato tra i “film della vita” di Morandini.

La redazione – cinematografo.it